
Chiesa Protestante Unita – Diocesi d’Italia
La Chiesa Protestante Unita nasce alla fine del 2016 dopo la fine dell’esperienza della prima comunità italiana (a Firenze) della Metropolitan Community Church, da cui il gruppo costituente esce per dissidi di natura pastorale e teologica pur riconoscendosi in molte tematiche etiche. Il Vescovo Primate, eletto nel 2021, è il M. Rev. Dr. Andrea Panerini, già Decano della stessa Chiesa (dal 2016 al 2021) e tra i fondatori della stessa. È una realtà ecclesiale in cui convivono tradizioni e riti diversi (luterano, presbiteriano, metodista, anglicano-episcopale e cattolico indipendente), che fanno riferimento alla Riforma del XVI secolo e del cattolicesimo non romano, convivono insieme nel concetto di unità nella diversità. Ad ogni modo si ritiene una Chiesa Luterana di lingua italiana e con una particolare attenzione alle dinamiche sociali e teologiche del metodismo, vicina al mondo anglicano ed episcopale (Comunione di Porvoo). Al momento non fa parte della Federazione Mondiale Luterana per i veti di altre Chiese. Pensa che la base della fede cristiana si riassuma nei cinque punti propugnati da Lutero: Sola Scriptura (con la sola Bibbia); Sola Fide (con la sola fede); Sola Gratia (con la sola grazia); Solus Christus (soltanto Cristo); Soli Deo Gloria (per la gloria di Dio solo). È una Chiesa conservatrice nella teologia e nella dottrina. I punti fondamentali della dottrina cristiana non possono e non devono essere modificati seguendo mode temporanee e fallaci, perché si basano sulla Sacra Scrittura. «Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui la Chiesa potrebbe lasciar determinare la forma del proprio messaggio e del proprio ordinamento da proprie preferenze o dal variare delle convinzioni ideologiche e politiche di volta in volta dominanti.» (Dichiarazione teologica di Barmen, art. III). È una Chiesa progressista ed inclusiva nell’etica non perché si è convinta dalle realtà mondane ad “aggiornare” il messaggio ma alla luce di un ritorno alla Parola di Dio, che è Cristo Gesù, che ci dice di non discriminare le donne, gli stranieri, i poveri, gli omosessuali, i sieropositivi, gli animali e tutti gli oppressi. Attualmente ha parrocchie a Firenze, Riccione (RN), Roma e Terni ed ha un accordo di associazione con la Chiesa Evangelica Riformata Episcopale di Cosenza.
Chiesa Cristiana Vetero Cattolica
Chiesa Cristiana Veterocattolica Indipendente


Chiesa Cristiana Antica Cattolica e Apostolica
La Diocesi di Monza-Milano della Chiesa Cristiana Antica Cattolica e Apostolica, con giurisdizione su tutta l’Italia, è nata nel giugno 2007 ed è una Chiesa che fiorisce dalla tradizione greca presente in Milano con un Esarcato divenuto Sinodo autonomo, la cui successione apostolica viene dalla prima sede di Antiochia, ed il cui primo Vescovo e fondatore è l’ Apostolo S. Pietro nell’anno 35 d.C. circa. Mantiene dunque nella sua ispirazione, nella sua liturgia e nelle sue vesti corali e liturgiche la sua matrice orientale originaria, unita a quella occidentale, dove è stata chiamata ad operare.
La Chiesa Cristiana Antica Cattolica e Apostolica, si ispira al contesto ecclesiale esistente al momento della separazione tra le Chiese di Oriente e di Occidente (anno 1054), inserendosi nell’alveo della Chiesa Indivisa del Primo Millennio (riconoscendo i primi sette Concili ecumenici) e segue, in epoca moderna, la linea inaugurata dalle Chiese nazionali (ma non nazionaliste) comunemente definite veterocattoliche che rifiutarono le imposizioni papiste vaticane di Pio IX e le definizioni dogmatiche del Concilio Vaticano I, relative alla giurisdizione universale assoluta del Papa sulla Chiesa, nonché l’infallibilità papale. Tali pretese sono inammissibili per la tradizione cattolica ed ortodossa autentiche, non alterate da teologie imperialiste ierocratiche conseguenti al cesaro-papismo.
I suoi Diaconi, i suoi Presbiteri ed anche i Vescovi possono essere sposati, (quest’ultimo grado è conferito anche agli uomini sposati, ripristinando l’antica tradizione prima del Concilio Trullano anno 691) se non fanno un percorso vocazionale monacale (esistono monaci semplici e ieromonaci cioè con conferimento di ordine diaconale o presbiterale). La nostra Chiesa accoglie i divorziati e conviventi o risposati, poiché – secondo l’antica tradizione dei primi secoli della Chiesa Indivisa fino ad epoca tarda – può essere conferito il sacramento delle seconde nozze come ancora in uso nelle Chiese d’Oriente (un terzo matrimonio soltanto con dispensa del Vescovo Primate, dopo una attenta valutazione canonica ed il parere favorevole del Consiglio episcopale e presbiterale).
Le coppie di fatto possono partecipare alla celebrazione eucaristica e non vengono emarginate, così pure le persone omosessuali vengono accolte nella loro identità e dignità e non subiscono alcuna discriminazione teologica e pastorale nella Comunità ecclesiale. Se lo desiderano possono fare un percorso di serio discernimento spirituale e vocazionale che li potrà condurre all’ordinazione, senza in alcun modo dover nascondere o rinnegare la propria personalità. La nostra Chiesa comprende inoltre la possibilità di benedizione dell’unione di coppie dello stesso sesso, secondo un rituale mutuato dalla Chiesa anglicana. E’ ammesso il Diaconato femminile come avveniva nelle Chiese di antica tradizione, prima della progressiva scomparsa, dal IX secolo, operata da un malinteso maschilismo non evangelico.
E’ ad una Chiesa Apostolica autentica – ottemperando a questo comandamento : “chi tra voi vuol essere il più grande si faccia servo di tutti!”, (Mt. 20, 26) secondo le parole del Maestro che questa Diocesi vuole mettere in pratica. La vera ”Diaconia del Servizio” è quella che deve distinguere la Comunità cristiana, non l’accumulo di cariche, di potere, di ricchezze mondane e terrene, perché il Signore non ha voluto una Chiesa potente o umanamente forte, bensì, attraverso la sua grazia, una Chiesa di Amore vero: “Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri; come io ho amato voi. Dall’amore che avrete gli uni per gli altri riconosceranno che siete miei Discepoli!”. (Gv. 13, 34-35 )
Santo Sinodo:
☦️ S.E. Mons. Giovanni Climaco Mapelli, Arcivescovo Primate
✝️ S.E. Mons. Mario Metodio Cirigliano, Arcivescovo Coadiutore

Chiesa Evangelica Riformata Episcopale
La Chiesa Evangelica Riformata Episcopale ha le sue radici nel protestantesimo storico di lingua inglese. Durante l’Ottocento il Movimento di Oxford, con a capo Edward Bouverie Pusey e John Henry Newmann, invitava tutta la comunione anglicana ed episcopale a un ritorno alle radici del cristianesimo cattolico pre-riformato; come conseguenza si sviluppò in opposizione a questo atteggiamento anglo-cattolico un altro atteggiamento opposto, quello evangelico e/o risvegliato. A rappresentare questo atteggiamento evangelico fu il movimento delle “Free Churches”. Si costituirono quindi, rispettivamente: in Scozia la Free Church of Scotland, la Free Church of England, e la Reformed Episcopal Church in USA con il Vescovo Cummings.
Nel 1890 un prete della chiesa cattolica armena emigrato in Inghilterra, Leon Checheiman, che si era convertito al protestantesimo e venne consacrato vescovo proprio in Inghilterra, insieme ad altri vescovi di altri movimenti liberi (come l’Ancient British Church e la Nazarene Episcopal Church), diede vita a una delle più antiche chiese episcopali libere del Regno Unito: la Free Protestant Episcopal Church.
In Italia la Chiesa Evangelica Riformata Episcopale, nata nel 2023 e fondata dall’attuale Sovraintendente Dr. Eduardo Zumpano, rappresenta la Free Protestant Episcopal Church e ha un accordo di associazione con la Chiesa Protestante Unita facendo parte dello stesso Sinodo Nazionale. Si hanno come punti di riferimento confessionali storico-dottrinali i seguenti documenti: 39 articoli di fede anglicana, 25 articoli di fede metodista, la dichiarazione del 1873 (Rev. Cummings), quadrilatero di Lamberth-Chicago.